Biomapping




Cosa accade quando nella mappatura di una città i nomi delle strade sono sostituiti dalle emozioni di chi le percorre e i monumenti vengono aboliti per lasciar spazio ai battiti cardiaci dei passanti?
L'artista londinese Christian Nold, con la sua ricerca che si inserisce nell'ambito delle geografie emozionali, cerca da circa due anni di rispondere a questa domanda, trasformando e rivoltando le tradizionali mappe urbane.
Per la sua particolare ricerca l'artista si serve di un centinaio di volontari che hanno il solo compito di girovagare per una città portando a spasso le proprie emozioni. Ogni collaboratore infatti porta con se un sensore utilizzato per la macchina della verità: una fascia applicata a due dita della mano che rileva la sudorazione ed è in grado di risalire al livello di attivazione emotiva di una persona. I dati rilevati da questo sensore sono messi in relazione con quelli di un navigatore Gps che ogni collaboratore si porta in tasca assieme ad un taccuino dove annotare quel che lo colpisce durante il suo girovagare. Finora sono state coinvolte dal progetto la città di Greenwich, San Francisco, Parigi e Stockport. Leggendo i taccuini degli psico-cartografi che hanno girovagato per queste città colpisce subito qualcosa: non sono le architetture urbane o i monumenti cittadini a emozionare e a far registrare un picco emotivo alla “macchina della verità” bensì cose apparentemente scontate o di poco interesse. Si può leggere tra gli appunti di un uomo che camminava per Parigi: “Un gruppo di bambini gioca a pallone. Mi allontano perché ho paura che mi colpiscano”; “escrementi sul marciapiede” o “incrocio difficile da attraversare, devo fare all'italiana”. E a non tutte le città va cosi bene; a Stockport, vicino a Manchester, sul taccuino non finisce niente di meglio che un sincero “mi annoio, vorrei tornare indietro”.