Mediterraneo di Fabrizio Sartori




Ogni geografia è un percorso impossibile da riscrivere. Ricercarne le tracce è avvalorarne le caratteristiche emozionali e personali.
Con “Mediterraneo” problematizzo la rappresentazione di un territorio complesso mischiando immagini di cellule umane con quelle proprie della
geografia. Le mie mappe cito-geografiche creano un corto circuito nella nostra immagine mentale del paesaggio e tentano di stabilire un nesso tra il confine del corpo e quello del territorio. Il mio linguaggio è quello delle micronarrazioni collegate alla fragilità delle nostre identità. Nel mondo sempre più veloce in cui viviamo, i rapporti interpersonali tendono a sfrangiarsi e con loro perdiamo la consapevolezza ed il rispetto per la Natura che ci circonda. L’intimità descrive paesaggi unici ed irripetibili, quello che mi interessa è riproporne le sembianze e permettere agli spettatori di leggere su più livelli le forme ambigue ed astratte delle proprie esperienze.

Fabrizio Sartori, dal catalogo di Quatidiana 09, Padova

IL RACCONTO DELL'ISOLA SCONOSCIUTA, J. Saramago

Datemi una barca, disse l'uomo.
E voi, a che scopo volete una barca, si può sapere, domandò il re.
per andare alla ricerca dell'isola sconosciuta, rispose l'uomo.
Sciocchezze, isole sconosciute non ce ne sono più. Sono tutte sulle carte.
sulle carte geografiche ci sono soltanto le isole conosciute.
E qual'è quest'isola sconosciuta di cui volete andare in cerca.
se ve lo potessi dire allora non sarebbe sconosciuta...

J. Saramago, Il racconto dell'isola sconosciuta, einaudi

WEB MAP


Uno studio di design ha disegnato la mappa della rete ispirandosi alla metropolitana di Tokyo.
Questa settimana è in regalo con Internazionale.



Un mese fa lo studio di design Information architects, di Tokyo, ha pubblicato on line una mappa molto affascinante: si chiama Web trend 2009 e mostra i siti internet più importanti del momento (sono oltre 300) selezionati in base al successo, alla solidità economica, al rapporto con gli utenti e quello con la concorrenza.
Gli autori della mappa hanno fatto una scelta interessante: per rappresentare i collegamenti tra i siti hanno usato lo schema della metropolitana di Tokyo. Questo perché, secondo loro, “la complessità delle linee della metropolitana è il modo migliore per rappresentare la rete”.

Cose’è. Web trend 2009 è una mappa che mostra i siti più importanti di internet organizzati secondo lo schema della metropolitano di Tokyo. Ogni sito è rappresentato in base al traffico, al volume d’affari, all’anno in cui è stato fondato, al proprietario e alle sue caratteristiche. Le linee della metropolitana riflettono una rete di associazioni: alcune precise, altre provocatorie, curiose o ironiche. Per esempio: Twitter è a Shibuya, la stazione che va più di moda in questo momento. Google e il suo network sono intorno alla stazione di Shinjuku, la più trafficata del mondo. Perché abbiamo scelto proprio la metropolitana di Tokyo? Perché ci piace.
Come funziona. Potete valutare ogni sito in base alla dimensioni (altezza e larghezza) e alla posizione del suo “segnaposto”. L’altezza di ogni stazione rappresenta il successo (calcolato in base al traffico, ricavi e attenzione dei media). La larghezza, invece, illustra la solidità economica.
La posizione sulla mappa-più o meno vicino alla linea principale della metropolitana-indica se appartiene al centro o alla periferia del mondo tecnologico.

Fonti: Bagatellen.com, Stati Uniti da Internazionale n. 801-anno 16, pag.92; Information Architects

Design and the Elastic Mind




Il sito-progetto "Design and Elastic Mind" voluto dal M.o.M.A. di New York si presenta come una vera e propria mappa interattiva nella quale il "viaggiatore" ha la possibilità di rintracciare il proprio percorso all'interno dei contenuti presentati. Realizzato dal designer Yugo Nakamura e curato nei contenuti da Paola Antonelli il sito si propone di esplorare le interazioni reciproche tra scienza e design nella contemporaneità. Nakamura ha pensato ad una sorta di mappa formata da una moltitudine di informazioni riguardanti progetti e opere apparentemente eterogenee tra loro; quando selezioniamo una di queste voci compaiono sullo schermo delle “rotte” o percorsi concettuali che si sviluppano dalla meta selezionata per andarsi a collegare a svariati altri punti che trattano di contenuti affini. I differenti percorsi consigliati si dividono in categorie, ognuna contraddistinta da un colore. Chi naviga in questo sito è invitato a scegliere di volta in volta la strada da prendere e a spostarsi di continuo da un contenuto ad un altro, ci si dovrà abituare alla perenne sensazione di essere come persi in questa affascinante ma complessa cartina nautica dove ad ogni cambio di direzione siamo coscienti di perderci una porzione di sapere in favore di un’altra.

In Scala, Italia in miniatura




Tra le opere presentate a Palazzo Grassi in occasione della mostra “Italics” (fino al 22 marzo 2009) ve ne è una in particolare che interessa la tematica delle personal geographies: la serie di fotografie realizzate da Luigi Ghirri nel 1977 dal titolo In Scala e realizzata nel parco tematico Italia in Miniatura di Rimini, esattamente sulla strada statale 16.
Gli scatti di Ghirri mettono a nudo, attraverso il mezzo fotografico, l’interesse che il pubblico nutre in relazione a questa particolare tipologia di parchi divertimento nonché sorte di veri e propri “atlanti tridimensionali” nei quali l’interesse verso la rappresentazione del reale pare superare quello verso il reale stesso, quasi ci fosse la necessità di vivere in una dimensione altra.
Si legge sul sito di Minitalia (altro parco analogo presente nello stivale): «Piazza San Pietro, il Duomo di Milano, il Campanile di San Marco...
dove si trovano i più importanti monumenti e le bellezze più ricercate del nostro Paese? Per visitare e conoscere le meraviglie della Penisola, riprodotte fedelmente in scala e oggi in fase di ristrutturazione, basta percorrere la Minitalia. Si potranno così ammirare tutte le meraviglie architettoniche raccolte lungo l’affascinante Stivale, visitare via terra i monumenti o, se preferite, anche via mare con la rilassante circumnavigazione sulle robuste zattere. Ideale per avvicinare bambini e genitori ad un’approfondita e giocosa conoscenza storico-geografica della nostra bella Italia…». E ancora sul sito di Italia in Miniatura: «Stacca la spina con il tuo mondo quotidiano…
Benvenuto in tutta un’altra Italia!».



Biomapping




Cosa accade quando nella mappatura di una città i nomi delle strade sono sostituiti dalle emozioni di chi le percorre e i monumenti vengono aboliti per lasciar spazio ai battiti cardiaci dei passanti?
L'artista londinese Christian Nold, con la sua ricerca che si inserisce nell'ambito delle geografie emozionali, cerca da circa due anni di rispondere a questa domanda, trasformando e rivoltando le tradizionali mappe urbane.
Per la sua particolare ricerca l'artista si serve di un centinaio di volontari che hanno il solo compito di girovagare per una città portando a spasso le proprie emozioni. Ogni collaboratore infatti porta con se un sensore utilizzato per la macchina della verità: una fascia applicata a due dita della mano che rileva la sudorazione ed è in grado di risalire al livello di attivazione emotiva di una persona. I dati rilevati da questo sensore sono messi in relazione con quelli di un navigatore Gps che ogni collaboratore si porta in tasca assieme ad un taccuino dove annotare quel che lo colpisce durante il suo girovagare. Finora sono state coinvolte dal progetto la città di Greenwich, San Francisco, Parigi e Stockport. Leggendo i taccuini degli psico-cartografi che hanno girovagato per queste città colpisce subito qualcosa: non sono le architetture urbane o i monumenti cittadini a emozionare e a far registrare un picco emotivo alla “macchina della verità” bensì cose apparentemente scontate o di poco interesse. Si può leggere tra gli appunti di un uomo che camminava per Parigi: “Un gruppo di bambini gioca a pallone. Mi allontano perché ho paura che mi colpiscano”; “escrementi sul marciapiede” o “incrocio difficile da attraversare, devo fare all'italiana”. E a non tutte le città va cosi bene; a Stockport, vicino a Manchester, sul taccuino non finisce niente di meglio che un sincero “mi annoio, vorrei tornare indietro”.